OpenDocument 1.4, il sorpasso a destra di Microsoft

Come ogni buon vecchio bacucco dell’Internet mi è più facile criticare che non costruire. Mi conforta in questo decadimento un filo di coerenza che cerco sempre di preservare per non cadere nel professionismo del no che tanti danni crea e ben poco risolve. E nel mio piccolo mondo coerente la standardizzazione dei formati documentali è sempre stata una stella polare, una di quelle premesse imprescindibili per la libertà dell’utente e per la preservazione delle informazioni. Ho creduto nel potenziale di OpenDocument fin dalla sua nascita e, con tutti i limiti della mia irrilevanza, ho cercato di difenderne le basi quando la natura del progetto è stata piegata a logiche di convenienza.

Per dirvi, sono passati ormai più di quattro anni da quando scrissi un piccolo sfogo dal titolo fintamente interrogativo: OpenDocument ha fallito? Dicevo allora sostanzialmente due cose:

  • che l’universalità di OpenDocument era stata minata da un processo di estensione arbitrario che rendeva i file creati da un programma incompatibili con altre applicazioni
  • che il rilascio della nuova specifica OpenDocument 1.3 rischiava di aggravare la situazione date la difficoltà di implementazione ed il generale disinteresse

Quattro anni dopo mi spiace constatare di aver intuito correttamente la questione. OpenDocument 1.3 non è ancora stato standardizzato dall’ISO (il processo è in corso) e ne circolano già versioni estese non conformi allo standard proposto. La classica babele che rende quasi inutile la stessa standardizzazione.

Come se non bastasse è già in fase di sviluppo anche OpenDocument 1.4 [1] il cui evidente destino sarà quello di aumentare ancora l’entropia del sistema documentale opensource. Intendiamoci, è ovvio che ogni volta che si introduce una nuova funzionalità in un software è necessario trovare un modo perché questa possa essere memorizzata in un file. Per cui o si cercano soluzioni astratte e generalizzate come OLE [2] oppure si aggiunge la nuova funzione a quelle memorizzabili nel file. Dunque l’aggiornamento dei formati è quasi inevitabile. Il punto è un altro. Se OpenDocument è proposto come formato documentale di standardizzazione funzionale a liberare l’utilizzatore dai vincoli di un singolo fornitore, allora la frammentazione attuale fa sì che l’obiettivo sia completamente mancato.

Di questa debolezza di fondo sono in molti a poterne trarre vantaggio. Ad esempio è notizia di queste ore che Microsoft (si! proprio quella di Redmond) sta già abilitando OpenDocument 1.4 come formato di salvataggio nella sua suite Office 365 [3]. In breve tempo gli utenti di Office 365 che vorranno usare OpenDocument come formato di salvataggio utilizzeranno solo la versione 1.4, vale a dire una versione che neppure lo stesso consorzio OASIS ha ancora approvato. Questa accelerazione di Microsoft è giustificata dal fatto che la nuova specifica permetterà di salvare in OpenDocument caratteristiche che attualmente non sono supportate e che quindi si perdono durante la conversione. D’altro canto però nessun altro programma, neppure LibreOffice per quanto ne so, al momento gestisce OpenDocument 1.4 per cui vi lascio immaginare cosa accadrà e chi ne trarrà maggiore beneficio…

In questo senso OpenDocument sembra aver imboccato la strada già tracciata dal WHATWG per HTML5; un non-standard in perenne evoluzione adattato di volta in volta alle esigenze del momento. Nulla di male in se, basta essere chiari e smetterla di proporre OpenDocument come formato per l’interoperabilità documentale e per l’abbattimento del rischio di vendor lock-in [4]. Oppure, più semplicemente, essere onesti con i propri utenti è chiarire che -almeno per ora- l’ultima versione standardizzata ISO di OpenDocument è la 1.2, che quindi andrebbe adottata in tutti i contesti in cui è utile preservare interoperabilità e stabilità. OpenDocument 1.2 potrebbe in altre parole essere il PDF/A [5] della situazione, ma per fare questo occorrerebbe una comunicazione trasparente ed una generale convergenza di impegni tra tutti i soggetti coinvolti nel progetto. Per cui dubito che accadrà. Magari ne riparliamo tra altri 4 anni.

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1. Le caratteristiche di OpenDocument 1.4 sono descritte qui dal consorzio OASIS ~ 2. Object Linking and Embedding, una tecnologia sviluppata da Microsoft che permette di creare documenti complessi in cui le singole parti possono essere realizzate da applicazioni differenti ~ 3. Vedi l’articolo Microsoft 365 apps now support OpenDocument Format 1.4 ~ 4. Il vendor lock-in indica la situazione di dipendenza dal fornitore; nel caso del software riguarda l’impossibilità di migrare dati e servizi ad un fornitore differente da quello in uso. I formati documentali sono stati spesso usati per creare lock-in tecnologici ~ 5. PDF/A è un sottoinsieme dello standard PDF pensato per la conservazione a lungo termine dei documenti.