La truffa delle false visure automobilistiche

Marta decide di mettere in vendita la sua Lamborgotti Fasterossa [1] a biodiesel e pubblica una inserzione in uno dei più famosi siti per le vendite tra privati. Carica su un po’ di foto, descrive nei dettagli lo stato del suo veicolo e imposta un prezzo un po’ più alto delle sue aspettative per tenersi un margine di trattativa. Lascia ovviamente il suo contatto telefonico e gli altri recapiti utili a contattarla. Passano solo poche ore dall’annuncio e Marta viene contattata su WhatsApp da Noemi che le scrive di essere interessata all’auto, ma vivendo a diverse centinaia di chilometri di distanza, vorrebbe avere maggiori dettagli. La trattativa va avanti e Noemi si dice sempre più interessata, disposta a ritirare di persona la vettura e disposta ad accettare le scelte di Marta per la parte burocratica; non discute neppure sul prezzo proponendo una cifra appena inferiore a quella dell’annuncio. Le due si scambiano messaggi vocali ed almeno in una occasione si sentono anche telefonicamente.

Quando ormai l’accordo sembra in procinto di concludersi, Noemi chiede a Marta un’ultima cortesia: per evitare brutte sorprese ed incomprensioni chiede alla venditrice di inviarle uno storico completo dell’auto, una sorta di report che raccolga le informazioni note sul veicolo. Noemi è così gentile da proporre lei stessa un sito che fornisce questo servizio sostenendo di averlo già usato in passato e sottolineando come questo fornisca molte più informazioni di una normale visura al PRA.

Marta rimane un po’ sorpresa da questa ultima richiesta. Poi però dando fiducia alla sua interlocutrice e constatando il prezzo tutto sommato esiguo della visura automobilistica (una ventina di euro) decide di procedere. Inserisce i propri dati anagrafici, quelli della vettura e procede al pagamento inserendo anche i dati della propria carta di credito. Rapidamente il sito le fornisce via mail un PDF di alcune pagine che Marta gira immediatamente a Noemi.

Pochi istanti dopo, dal contatto WhatsApp di Noemi scompare la foto. Dal quel momento in poi tutti i messaggi inviati da Marta restano non letti ed anche ogni tentativo di contattare Noemi direttamente al telefono si concludono con il nefasto suono della linea che cade. La compravendita è fallita, ma ben altro è accaduto dietro le quinte.

Il retroscena

Quella che potrebbe sembrare una normale storia di inaffidabilità cela in realtà una vera e propria truffa [2]. La nostra Noemi non è mai stata realmente interessata all’acquisto dell’auto ma ha usato le proprie capacità di social engineering (in italiano antico diremmo la propria parlantina) per conquistare la fiducia di Marta. Il sito su cui effettuare la visura automobilistica è in realtà gestito dalla stessa Noemi o da qualcuno suo complice e l’obiettivo di tutta la vicenda è convincere la vittima ad utilizzare il servizio.

Potreste giustamente obiettare che avrebbe poco senso mettere su una truffa del genere che richiede tempo e pazienza per spillare venti euro. Ed avreste perfettamente ragione se non fosse che il sito su cui Marta inserisce i propri dati non offre realmente alcun servizio, il suo scopo ultimo è acquisire i dati sull’identità di Marta e sulla sua carta di credito, informazioni che messe assieme possono permettere raggiri molto più sofisticati e purtroppo anche ben più pesanti a danno della vittima. Lo stesso PDF che viene restituito a Marta dopo il pagamento non fa altro che proporre le informazioni che la stessa ha fornito aggiungendone altre totalmente inventate per dare maggiore credibilità al tutto.

Ad un occhio esperto il sito proposto da Noemi sarebbe apparso immediatamente sospetto:
– codice e grafica dilettanteschi
– nessuna informazione sulla società che eroga il servizio
– nessun intermediario per la transizione con carta di credito
– parti di testo e grafica chiaramente ripresi da altri siti che offrono legittimamente servizi simili

D’altro canto occorre appunto avere un po’ di esperienza per cogliere questi elementi. E tutto il contesto che vi sta attorno non aiuta. La gentilezza dell’interlocutore, l’aver avuto contatti diretti e ripetuti, la buona occasione che si presenta. Anche la serietà del sito di inserzioni rafforza la sensazione di sicurezza della trattativa, anche se in realtà già dal primo contatto il sito viene completamente bypassato a vantaggio di un colloquio diretto.

Come al solito dunque, state allerta e siate diffidenti!

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I nomi usati in questo post sono ovviamente di fantasia · 1. Per chi non avesse colto il riferimenti simposoniano si veda qui · 2. Si veda questo alert della Polizia di Stato.